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A tu per tu con...Crocefisso Maggio, il conquistatore di Saint-Vincent

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Gli esordi, le vittorie, la sua vita. L'intervista esclusiva al nuovo campione italiano.

Nel mondo dello sport, e più nello specifico nel mondo del biliardo, ci sono atleti che possiedono peculiarità che li rappresentano. Possiamo citare in tal senso lo stile di gioco, l'approccio alla partita o il comportamento al tavolo. Tutte queste caratteristiche però sono accomunate da un unico principio fondante che funge anche da termometro naturale per misurare il valore psicologico di un giocatore. Stiamo parlando ovviamente della personalità.

Nel corso dell'evoluzione del biliardo abbiamo assistito a delle vere e proprie sfilate di caratteri e temperamenti differenti. Fra tutte le tipologie di giocatori però ce n'è soprattutto uno che si staglia con decisione quando si parla di personalità e questi è Crocefisso Maggio.
Un uomo con un destino che sembra già scritto in quel nome così particolare ereditato da una tradizione familiare. Un nome e un cognome divenuti poi famosi in tutto il movimento biliardistico internazionale grazie a vittorie e record incredibili.
Un nome e un cognome che oggi sono tornati più che mai d'attualità dopo lo spettacolare trionfo avvenuto a Saint-Vincent con la conquista del titolo di Campione d'Italia a dieci anni esatti dalla sua ultima volta. Maggio festeggia con i suoi familiari

L'ennesima prova di un talento cristallino senza tempo, in grado di sbaragliare la concorrenza di campioni come Fabio Cavazzana, Andrea Quarta e la rivelazione Antonio La Manna.

Prima di diventare il campione che tutti conosciamo però Maggio ha dovuto affrontare molti sacrifici sin dalla sua infanzia vissuta a Torchiarolo, nella provincia di Brindisi.
Un percorso di vita, e soprattutto di vittorie, creato dal nulla, come solo i grandi campioni sanno fare.
Una parabola verso il successo che arriva da lontano e nella quale possiamo addentrarci solo grazie ai suoi significativi ricordi.

"Torchiarolo è un centro piccolo – racconta Maggio – dove le persone si conoscono sin dalla nascita. Quando avevo nove anni mio papà mi portò con lui al bar e ricordo che fu proprio in quell'occasione che rimasi folgorato per la prima volta dal biliardo. Gli uomini del posto giocavano alla Bazzica, una variante molto in voga a quei tempi. Crescendo cominciai a giocare anche io a quel gioco e ad apprendere così i fondamentali del biliardo. Emergere da quella realtà era comunque impensabile, anche se la mia tenacia e la mia passione mi hanno sempre spinto sin da giovane ad inseguire i miei sogni".

Una volta appresi i rudimenti del Gioco i grandi campioni ci impiegano poco a mescolarli con la loro fantasia. Crocefisso Maggio d'altronde di fantasia ne ha da vendere sin da quando era un ragazzo. Ecco perché quello viene fuori da questa affascinante alchimia non può che essere un percorso vincente.

"A 17 anni vinsi la mia prima gara regionale – continua Maggio - I miei amici mi presero quasi con la forza per farmi partecipare a quel torneo. Io non volevo andarci. Ero un autodidatta del biliardo e mai avrei pensato di poter competere con dei giocatori veri. Alla fine però ebbero ragione loro. Partecipai, vinsi quel torneo e da lì iniziò la mia carriera. Vincere infatti ti dà una consapevolezza maggiore dei tuoi mezzi e ti dà soprattutto la fiducia per andare avanti".

Da quel momento in poi il cammino di Crocefisso Maggio sarà costellato di successi. Partendo dalle selezioni riesce a vincere incredibilmente una prova B.T.P. Un'impresa ripetuta per ben due volte consecutive.
I successi nei confini italiani vengono poi esportati anche a livello internazionale.
Nel 1999 vince il Campionato Europeo a Montecarlo dando spettacolo. In una partita compie addirittura un gesto tecnico destinato a restare nell'antologia del biliardo come il 7 sponde di calcio con il quale porta a casa 8 punti di castello più 3 di pallino. Una vera e propria magia.
Il prossimo inevitabile step è il Mondiale e l'occasione arriva nel 2003 a Legnano, dove conquista incontrastato il titolo vincendo 4-0 contro tutti gli avversari. Un altro record pazzesco che si inserisce di diritto negli archivi storici del Gioco, così come l'aver detenuto contemporaneamente il titolo di campione italiano, di campione europeo e di campione del mondo.

Quello che per molti rappresenta un evento unico, per Maggio però è solo normale amministrazione. Se gli si chiede infatti cosa si aspettava all'inizio del Mondiale del 2003 o nell'ultima Poule Finale di Saint-Vincent, la sua risposta è una sola: vincere.

"Arrivai a quel Mondiale del 2003 molto sicuro – conferma - Dentro di me sapevo che ero il più forte e l'aver vinto tutti gli incontri 4-0 ha dimostrato proprio questo. La sicurezza, come ho già detto, te la danno le vittorie ed io dal 1992 ho avuto sempre una media altissima di tornei vinti. Sono arrivato a quel Mondiale con grande grinta e paradossalmente anche con molta serenità perché conoscevo le mie forze. Dentro di me c'era una voglia matta di togliermi di dosso la rabbia per la finale del campionato italiano persa solo qualche giorno prima contro Gustavo Zito, e poi volevo dimostrare a tutti quanto valevo dopo l'esclusione del Mondiale del 1999. Insomma, chiunque fosse stato il mio avversario in quel Mondiale non mi importava. Avrei vinto con tutti".

Quando si ha una sicurezza nei propri mezzi così forte spesso le partite si vincono ancora prima di cominciarle e Crocefisso Maggio ne ha ottenuti tanti di successi così.
Una personalità travolgente che si può amare o odiare, ma che comunque non si può non riconoscere come vincente.

"Per molta gente io sono un irruento, uno che fa discutere – commenta sorridendo Maggio - Accetto le critiche, così come accetto gli elogi.
Con la stessa tranquillità però mi faccio scivolare tutto addosso. Dico sempre che ho 999 difetti e forse un pregio solo: la spontaneità.
Se a qualcuno non piace io vado avanti lo stesso per la mia strada, a testa alta. Faccio parlare per me i risultati e i record, che sono tanti. Crocefisso Maggio in fondo è così. O è bianco o è nero, il grigio mi annoia. A volte mi sento stanco di tutto questo e dico che il biliardo è il più grande sbaglio della mia vita. Tutti i trionfi e il tifo della gente infatti non ripagheranno mai i sacrifici fatti, anche in termini economici. Altre volte invece mi convinco che si può fare ancora tanto, nonostante abbia già dimostrato quello che dovevo dimostrare. Guardo sempre e comunque al futuro, cercando di essere pronto in ogni situazione"
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In questo assunto che avete appena letto c'è tutta la personalità di Crocefisso Maggio, uno spirito libero pronto a colpire quando meno te lo aspetti.
Quando c'è lui in un torneo, che sia un campionato italiano o una manifestazione internazionale, può succedere sempre di tutto. Non ci sono favoriti o giocatori blasonati che tengano.
Crocefisso Maggio infatti va considerato sempre come un potenziale vincitore. E' stato così nella Poule Finale di Saint-Vincent e sarà così ovviamente anche ai Mondiali di Milano del 2015.

"I cicli vincenti dei giocatori di biliardo hanno una durata variabile – conclude Maggio - Io invece sono rimasto ai vertici per molto tempo pur giocando con tre generazioni diverse di talenti. In me alberga una grande voglia di confermarmi come tale anche a questo Mondiale di Milano. Cercherò di arrivare all'appuntamento allenandomi con impegno e costanza come ho sempre fatto nella mia carriera.
Non sarà facile, perché ogni avversario sarà un osso duro, anche se probabilmente il giocatore più difficile da battere per me sarà come sempre Crocefisso Maggio. Quando gioco infatti è soprattutto una sfida contro me stesso e se riesco ad avere la meglio anche questa volta, posso arrivare lontano"
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Realizzato da Giuseppe Albi
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