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ASPETTANDO I MONDIALI: A tu per tu con...Giampiero Rosanna

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Primo racconto della rubrica di approfondimento in vista dei Mondiali del 2015

E' iniziato il conto alla rovescia in vista dei Campionati del Mondo che si svolgeranno a Milano dal 17 al 27 settembre.
Nel corso delle prossime settimane allieteremo l'attesa con rubriche, interviste ed approfondimenti legati alla prestigiosa rassegna internazionale.

Per questo primo capitolo di "Aspettando i Mondiali" abbiamo deciso di compiere un salto indietro nel tempo andando a raccontare la storia di uno dei campioni italiani più amati: Giampiero Rosanna.
Servendoci dei suoi ricordi abbiamo riassaporato il gusto di un biliardo dal sapore di antico, fatto di profondo rispetto e di grande tradizione.
Un viaggio che inizia dai famosi anni '60, con sullo sfondo un Giampiero Rosanna poco più che quattordicenne:

"In quegli anni – racconta il due volte Campione del Mondo – noi ragazzi andavamo sempre all'oratorio. Si giocava a calcio dalla mattina alla sera e ogni tanto ci scappava anche qualche partita a biliardo. Il tavolo verde mi ha sempre affascinato. Spesso guardavo quelli più grandi giocare e ricordo che non appena lasciavano le stecche, mi fiondavo per provare i tiri. E' stato davvero un amore a prima vista e da lì in poi mi sono dedicato al biliardo con anima e corpo".

Una dedizione che nel tempo è diventata anche una vera e propria vocazione. Crescendo e giocando infatti Rosanna capì che il biliardo poteva essere la strada da intraprendere per inseguire i suoi sogni.

"Qualche anno dopo decisi di provare la mia abilità nelle competizioni nazionali. I primi campionati italiani li feci nel 1963. Quello che mi ha sempre colpito di questi tornei è stata la serietà e la professionalità dei giocatori. Era usuale infatti darsi del lei al tavolo e in qualsiasi partita, sia che fosse una di qualificazione, sia che fosse una finale, c'era sempre lo stesso rispetto.
Dopo i primi anni di apprendimento cominciai anche a vincere e a costruire la mia carriera"
.

Messi i primi tasselli con le vittorie nei campionati italiani iniziate nel 1975, per Rosanna arrivò il momento di misurarsi anche con qualcosa di più grande: gli Europei e i Mondiali.

"Il primo Mondiale lo disputai nel 1982 a Loano. Da lì in poi partecipai in totale a dieci edizioni, andando anche tre volte in Sud America. Sono state tutte esperienze straordinarie. Dall'altra parte del Mondo c'è un approccio al biliardo quasi calcistico. Nelle sale argentine c'è un tifo assordante, quasi da stadio e noi giocatori italiani venivamo davvero travolti da questa passione. Siamo riusciti comunque a toglierci spesso anche qualche soddisfazione. Nel 1983 per esempio, a Marco Juarez, in Argentina, ci fu una sfida che ricordo con piacere. Si stava per entrare nelle fasi finali del torneo ed io ormai non avevo più possibilità di qualificarmi. In quegli anni infatti si giocava tutti contro tutti e solo chi aveva un record migliore accedeva alla fase successiva. Con quella particolare formula chi aveva meno sconfitte poteva anche essere incoronato campione del mondo senza disputare la finale. Il grande equilibrio che c'era all'epoca tuttavia non ha mai permesso che questo accadesse, anche se quell'anno si andò molto vicino. L'argentino Miguel Angel Borrelli infatti aveva una sola sconfitta all'attivo e doveva ancora giocare con me. Carlo Cifalà invece ne aveva due. Un'altra vittoria di Borrelli insomma avrebbe chiuso i giochi. Prima della partita ricordo che Cifalà venne da me e mi disse di aiutarlo a giocarsi il tutto per tutto. Nonostante non avessi più chance per la vittoria finale riuscii comunque a dargli una mano, giocando fino alla morte con Borrelli, in un clima infernale e con tutti i tifosi argentini scatenati. Alla fine riuscii a vincere quella partita rimettendo in corsa Cifalà per la finale".

Una vittoria storica dunque quella con Borrelli, che si ripropone poi anche due anni dopo, sempre in un Mondiale, anche se questa volta in palio c'è la finale.

"Nel Campionato del Mondo del 1985 a Spoleto si giocò per la prima volta su un biliardo senza buche. Io non ero fra i favoriti perché erano presenti giocatori del calibro di Borrelli, Cifalà, Lotti e Gomez. Persi comunque solo una partita con Gustavo Torregiani e riuscii ad arrivare fino in fondo soverchiando tutti i pronostici. In semifinale superai Paolo Diomajuta e poi nella finalissima ci fu la sfida con Borrelli. Ricordo che fu una partita molto intensa. Lo avevo battuto due anni prima e il suo temperamento tipicamente argentino si fece sentire. Riuscii comunque ad avere la meglio e a laurearmi Campione del Mondo per la prima volta. Fu una grandissima soddisfazione per me".

Le vittorie, si sa, portano sempre altre vittorie e così nel Mondiale successivo, quello del 1987 disputato nell'affascinante cornice del Castello Sforzesco di Milano, Giampiero Rosanna è chiamato a difendere il suo titolo, ma qualcosa va storto.

"In quel Mondiale stavo giocando abbastanza bene. Nella partita decisiva per entrare a far parte degli ultimi quattro tuttavia accadde l'impensabile. Dovevo giocare contro Nestor Gomez e poco prima del match avvertii dei dolori tremendi al ventre. Erano dei calcoli renali.
Non volevo abbandonare il torneo e così presi degli antidolorifici. L'effetto tuttavia duro poco, soprattutto perché la partita fu posticipata per favorire le riprese televisive. Arrivai alla fine stremato e fui costretto a cedere il passo al mio avversario, che giocò comunque un grande torneo".

Il secondo appuntamento con la gloria però per Rosanna è già scritto. Dovrà pazientare un po' tuttavia prima di afferrarlo.

"Sette anni dopo riuscii finalmente a prendermi la mia rivincita con il destino. Era il 1992 e nel Campionato del Mondo giocato ad Arezzo mi portai nuovamente a casa la coppa. Se me lo aspettavo? Beh, si gioca sempre per vincere. Ogni volta che si prende in mano la stecca si avvertono tante piccole cose. Vincere una partita quando magari non hai giocato benissimo, riuscire a fare un tiro in determinate situazioni, sono tutte componenti che ti possono aiutare soprattutto dal punto di vista mentale. Quell'anno poi fu un po' particolare. Venivamo da una stagione piena di eventi, nella quale si riproposero molte volte le stesse sfide. Nei Campionati Italiani così mi ritrovai sempre in fondo con Riccardo Belluta o Arturo Albrito. Anche ai Campionati Europei in Spagna fu la stessa cosa, con la classifica finale che vide Riccardo Belluta al primo posto, Arturo Albrito al secondo e io al terzo.
Duelli che si ripresentarono anche ai Mondiali, con le semifinali fra Belluta-Gomez da una parte e Albrito-Rosanna dall'altra. In finale avanzammo io e Belluta e ricordo che quella partita fu molto emozionante. Ero avanti 2-0 ma Belluta, che era Campione Italiano ed Europeo in carica, riuscì a rimontare. Ci giocammo così il titolo "alla bella" e alla fine fui io a vincere".

33 anni. Tanto è passato da quei primi tiri all'oratorio fino al secondo titolo mondiale del 1992, eppure per Rosanna la passione per il biliardo non è mai mutata.
Da quel secondo successo iridato sono passati altri 23 inverni, fino ad arrivare ai giorni nostri, con all'orizzonte il prossimo Mondiale di Milano. Un appuntamento al quale il campione nato a Busto Arsizio nel 1944 si dice pronto a partecipare.

"Il gioco è cambiato tanto negli anni – conclude Giampiero Rosanna – è diventato più aggressivo. Una volta si giocava in maniera molto tattica, cercando anche colpi di difesa. Ora si punta sempre a fare punto, con delle visioni anche più moderne. Il prossimo Mondiale di Milano comunque è un appuntamento che mi attrae e per questo ho deciso che prenderò parte alle qualificazioni. Sarà una prova anche per me stesso e per i tanti appassionati che ancora si ricordano di me".



Realizzato da: Giuseppe Albi
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