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A tu per tu con...Matteo Gualemi

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L'intervista con il campione toscano dopo l'ultima vittoria a Spoleto

La tradizione italiana del biliardo come è noto, si contraddistingue per la presenza di grandi campioni. Un'evoluzione quasi naturale e costante che ha fornito sempre nuovi talenti capaci di imporsi sulla scena nazionale e internazionale portando avanti quelle capacità, quell'inventiva e quella grandissima passione per il gioco tipica del nostro Paese. Uno dei giocatori che più si sta affermando in tal senso è sicuramente Matteo Gualemi, campione sempre più apprezzato e vincente della storia attuale del biliardo. A dirlo sono soprattutto i numeri e le vittorie che lo hanno visto inserirsi con grande umiltà nella ristretta cerchia dei fenomeni assoluti di questo sport. L'anno che è appena iniziato, non a caso, si è aperto proprio con una sua vittoria nella Seconda Prova del Circuito Fibis PRO. Un'ulteriore conferma, semmai ce ne fosse bisogno, del suo status di uomo da battere.

“Sono contento della vittoria di Spoleto – ha commentato a riguardo proprio Gualemi – Ho sempre pensato che i successi arrivano quando meno te lo aspetti e in questo momento, in cui sono reduce da una striscia positiva, posso dire che è accaduto esattamente questo. Negli ultimi mesi mi sono ritrovato ad allenarmi meno rispetto al passato per tutta una serie di circostanze e devo dire che questo mi ha permesso di arrivare più affamato alle competizioni che contano. Si può dire quasi che mi sono allenato giocando e tutto ciò ha influito in qualche modo sulle mie motivazioni”.

Gli stimoli e le motivazioni, appunto, rappresentano il nodo cruciale nella carriera di un giocatore. Un fuoco da alimentare costantemente anche se si ha già vinto praticamente tutto come Gualemi.

“Può sembrare paradossale, ma quando non vincevo ero meno voglioso e carico di oggi – commenta il Campione d'Europa in carica – E' proprio vero che vincere aiuta a vincere e quindi man mano che ci sono riuscito è scattato in me qualcosa che mi ha spinto a credere di più in me stesso e a provarci sempre. Io penso che in qualche modo ci si abitua a vincere ed è sempre una sensazione stupenda. Per lo stesso motivo si cerca di mettercela tutta per dimostrare di poter stare ai massimi livelli”.

Una sfera, quella che annovera al suo interno proprio i giocatori migliori, nella quale Gualemi è entrato di diritto a suon di vittorie. Un'ascesa che, unita alla sua giovane età, lo ha proiettato ad essere un esempio per le nuove generazioni al pari di altri grandi campioni.

“Sicuramente le vittorie ottenute mi hanno portato alla ribalta – continua Gualemi – ma è anche vero che ci sono giocatori altrettanto giovani che hanno fatto e stanno facendo grandi cose. Mi riferisco a Quarta, ad Aniello o ad altri. Dal punto di vista del gioco mi ritengo molto fortunato per aver imparato molto da un maestro assoluto come Carlo Cifalà. Lui appartiene ad un'epoca precedente ai campioni di oggi e questo mi ha permesso di attingere ad un'impostazione classica dalla quale ho preso ispirazione cercando di mixarla allo stile di biliardo che si gioca oggi”.

Un concetto di evoluzione che ritorna dunque e che si fonde con la pratica rappresentata in questo caso dalle gare e dalle competizioni che vedranno Matteo Gualemi protagonista anche in futuro.

“Me lo auguro – chiosa il campione toscano – mi auguro di poter continuare ad essere competitivo anche nei prossimi appuntamenti. Come tutti sanno io non mi pongo obiettivi. L'ho detto prima: i risultati più li cerchi e più non arrivano. Cercherò quindi di divertirmi e di affrontare al meglio ogni partita”.

Futuro a parte, la chiusura dell'intervista in questo caso è quasi scontata. Parlando di biliardo con un campione infatti non si può non parlare di uno che questo sport l'ha fatto suo e trasformato in qualcosa di unico e indimenticabile: Nestor Gomez.

“Quando abbiamo appreso la notizia della sua scomparsa la tristezza è stata tanta – conclude Gualemi – Nenè era una di quelle persone che metteva d'accordo tutti. Si può discutere di tante cose ma il blasone, la classe e le pagine di sport che ha scritto Gomez sono quelle cose che mettono d'accordo tutti. Lui ha segnato un'epoca ed è un'autentica icona del nostro sport. Se si parla di biliardo non si possono citare lui e Cifalà. Era così tanti anni fa ed è così ancora oggi. Personalmente ero particolarmente affezionato a Nenè nonostante non sia mai stato il mio maestro. Però tutte le volte che mi sono ritrovato a parlare con lui mi ha sempre trasmesso solo sensazioni positive. Ha sempre avuto una parola per tutti ed era davvero un maestro di biliardo e di vita. Si è deciso di dedicare l'ultima gara a Nenè, ma per me bisognerebbe farlo in tutte le gare perché lui e Cifalà sono il biliardo”.