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Carambola

Marco Zanetti sul tetto d'Europa

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Il leggendario carambolista italiano batte in finale Caudron e si laurea Campione d'Europa (resoconto, foto e intervista)

Marco Zanetti continua a riscrivere la storia della Carambola Internazionale. A Brandeburgo, dove erano di scena i Campionati Europei, il leggendario campione italiano è riuscito nell'impresa di conquistare la prestigiosa medaglia d'oro battendo in finale Caudron.

Dopo un inizio in salita nella prima partita dei sedicesimi, Marco ha trovato il giusto focus collezionando una serie di magnifiche vittorie prima negli ottavi di finale contro il turco Coklu (dove ha fatto registrare la miglior serie del torneo - 17), e poi nei quarti contro lo spagnolo Palazon.

Una volta alzata l'asticella Zanetti ha continuato a regalare spettacolo anche nella seconda giornata di gara. In semifinale è arrivata così una nuova prova di altissimo livello contro la giovane promessa spagnola Martinez (40-29 in 23). Ma il vero capolavoro Marco lo ha riservato per la finale contro il belga Caudron. L'italiano prima ha travolto l'avversario con un parziale di 29-4 in 5 riprese. Poi ha portato a termine la missione chiudendo sul 40-14 in 11 riprese. Un trionfo ai limiti della perfezione che è valso al nostro campione la seconda medaglia d'oro europea della sua carriera dopo quella del 2013 e la standing ovation da brividi tributatagli dai tifosi e dal folto pubblico presente alla manifestazione. Un'istantanea indimenticabile e per qualche verso unica, come conferma proprio il nuovo Campione Europeo:

"Ogni volta che vinco qualcosa di importante –
racconta Zanetti – la mattina dopo mi sembra come se non sia mai successo, una sorta di sogno. Poi, dopo un po' di giorni, quando riesco a realizzare, dentro di me provo sensazioni indescrivibili. E' quasi come stare sopra una nuvola o, per usare una metafora, è come quando ci si innamora e ci si sente al settimo cielo. E' sempre stato così in tutte le mie vittorie e anche questa volta le sensazioni sono state le stesse. Durante il torneo invece ho cercato come al solito di mantenere la giusta freddezza e la tranquillità in ogni sfida, soprattutto in finale. Davanti a me infatti avevo un avversario come Caudron contro il quale non bisogna mai abbassare la guardia. Basti pensare per esempio alla storica finale dell'Europeo del 2013 quando lui stabilì il record del mondo in una serie mettendone a segno 28. Fu una prestazione straordinaria che mi costrinse ad andare davvero oltre i miei limiti per conquistare l'oro. D'altronde lo sappiamo, Caudron nelle finali è solito mettere in scena prestazioni del genere. Memore di questo ho cercato di rimanere sempre concentrato anche quando mi sono trovato in vantaggio. Penso che sia stata la miglior finale della mia carriera dal punto di vista della gestione dell'incontro e della carica emotiva. Era tutto proiettato alla massima performance e una volta chiuso il match è stata davvero una liberazione. Voglio dedicare questo titolo alla mia famiglia, che mi dà una serenità fondamentale, e a Pierluigi Longoni, una persona splendida che mi dà sempre tanta tranquillità. Mi piacerebbe rivolgere un pensiero anche alla F.I.Bi.S. che nell'ultimo periodo mi ha fatto sentire un atleta importante riservandomi diverse attenzioni".

Quando si è vinto così tanto come Marco Zanetti, rimanere al top potrebbe da una parte sembrare scontato e dall'altra dare un senso di appagamento catastrofico per le prestazioni successive. Un equilibrio che solo i grandi campioni come lui riescono a gestire grazie a professionalità e lavoro quotidiano.

"In questo ambiente è impossibile sedersi sugli allori –
commenta a riguardo Zanetti – Quello che hai fatto ieri non conta più. I prossimi impegni devi affrontarli con la stessa serietà e la stessa umiltà di sempre altrimenti vieni scavalcato. Le batoste sono sempre dietro l'angolo e quindi il segreto è semplicemente dimenticare quello che si è fatto. Ovviamente è importante assimilare i successi perché rafforzano la personalità e la consapevolezza nei propri mezzi, però poi è altrettanto fondamentale sgombrare la mente per affrontare gli altri tornei con umiltà partendo da zero. Personalmente quello che mi aiuta molto quando gioco o quando mi alleno è il cercare sempre di migliorarmi. Per me è una sfida continua. Nei miei allenamenti non cerco mai di ripetere quello che già so, ma provo sempre cose nuove spingendomi oltre. Ogni scoperta o ogni esecuzione tecnica nuova in sostanza mi permettono di crescere ed essere sempre competitivo".

La competitività è proprio uno dei marchi di fabbrica di Marco Zanetti. Un atleta simbolo del biliardo e anche dello sport italiano. Non a caso il Presidente del CONI Giovanni Malagò ha voluto riservargli il giusto tributo dopo la conquista dell'Europeo.

"Mi ha fatto molto piacere la telefonata del Presidente Malagò –
spiega Zanetti – è un uomo di sport e conosce tutti i sacrifici che si celano dietro ad un successo. Mi ha fatto ovviamente i complimenti per la vittoria e poi abbiamo parlato di biliardo e dello sport in generale. Ci siamo trovati concordi nel sottolineare l'importanza di non porsi mai dei limiti, soprattutto dal punto di vista anagrafico".

Quando si parla di limiti tracciare dei confini per Zanetti è appunto impossibile. Dopo la conquista del suo secondo Europeo ora per il leggendario carambolista italiano si potrebbero aprire nuovamente le porte per riscrivere la storia.

"Il mio obiettivo è quello di pensare ad un torneo alla volta – conclude Zanetti – Il 22 maggio andrò in Vietnam per una tappa di Coppa del Mondo. Poi c'è il Campionato Italiano a giugno, un altro appuntamento assolutamente da non sottovalutare. A luglio invece volerò a Oporto. Un giro per il Mondo che si concluderà con la partecipazione ai World Games dove sarò chiamato a difendere il titolo. Come sempre cercherò di dare il massimo. Adesso sto bene, mi sento in forma. Nei prossimi giorni cercherò di mantenermi allenato per non perdere le piccole sfumature tecniche che sono riuscito ad aggiustare proprio a Brandeburgo. Il sogno rimane sempre quello di continuare a vincere".


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