Campioni del mondo

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Non servirebbero parole, sta tutto in quell'abbraccio prolungato che due amici si sono scambiati dopo una battaglia durata due ore e mezzo. La più bella pagina di Sport ieri l'ha scritta il biliardo. Sport, con la S maiuscola, perché di questo si è trattato. Un'avventura partita da lontano, insieme ad altri 1200 atleti che hanno voluto prendere parte al 22° Mondiale di Biliardo 5 birilli. Matteo Gualemi e Sandro Giachetti, dopo ben 16 incontri disputati in sei giorni, si sono trovati uno di fronte all'altro laddove non avrebbero mai pensato di essere. E' finita 4-3, il titolo è andato a Matteo Gualemi perché la sorte così ha deciso. Ma, senza che Matteo si senta privato degli onori che merita, a noi piace l'idea di avere due campioni del mondo oggi. Per quello che si è visto e per come è andata a finire. Partita in perfetto equilibrio fino alla fine, fino a quel 51 a 54 alla settima partita, quando Sandro ha tirato un filotto di seconda e terza.


Con 10 punti avrebbe chiuso, l'unico modo era uno sfaccio ad aprire, il due interno di seconda passata, il filotto di terza. Il due cade davvero, e il filotto è sulla strada della biglia di Matteo. Ma Sandro ha stretto troppo la stecca, la biglia battente anziché restare vicina alla sponda corta scende un po' troppo e va là nel mezzo a interrompere la traiettoria dell'avversaria e il sogno che ormai sembrava realizzato. Rimpallo e rimanenza a raddoppio. Tocca a Matteo che realizza la fila di seconda passata e anche lui trova il rimpallo di terza, ma senza conseguenze. Due tiri non perfetti ma ugualmente precisi, con esiti però opposti. Del resto in quel momento (come dirà poi Matteo) la stecca pesava 3 o 4 chili per entrambi. Dopo un finale così sarebbe stato lecito vedere Sandro Giachetti furioso mandare in frantumi la stecca. Invece è corso ad abbracciare l'amico, gli ha sollevato il braccio in segno di vittoria e ai microfoni di Gianni Cerqueti la prima cosa che ha detto è stata: "Credo che abbia vinto il migliore".


Crediamo abbia ragione. Il talento di Matteo Gualemi è cristallino e a soli 27 anni ha già compiuto un'impresa storica. Se lo merita, come meritano i successi tutti i grandi fuoriclasse. Del resto il suo è stato un cammino davvero proibitivo: dopo un avvio in cui non ha lasciato per strada nemmeno un set (chiedere a Freddi e Rossetti) si è trovato in tabellone giocatori del calibro di Daniel Lopez e soprattutto Andrea Quarta in semifinale. Sotto 3-1 è riuscito a ribaltare tutto e arrivare in finale da favorito. Quarta dichiarerà in un'intervista che "gli ha spezzato il gioco". Anche le gambe, aggiungiamo noi, opponendo al gioco aggressivo del Cannibale l'intelligenza e la strategia, come il grande Carlo Cifalà (e lo stesso Sandro Giachetti) gli hanno insegnato. Nell'altra semifinale, del resto, è successa la stessa cosa, quando Sandro ha fatto vedere a Michelangelo Aniello qualcosa che il campione pugliese probabilmente non si aspettava: una solidità e una classe di livello tale da potersi permettere addirittura di regalare clamorosamente un set e vincere ugualmente 4-2.


In giro per il web c'è tantissima euforia per quello che è successo. Non solo degli amici toscani che ogni settimana hanno la fortuna di incrociare la stecca con questi due grandi campioni, ma anche di tutto il resto d'Italia. L'hanno chiamata "la faccia bella del biliardo", la novità che finalmente lascia intravedere un possibile cambio della guardia. La stagione è appena all'inizio e Gualemi si appresta a viverla con i riflettori puntati addosso. Paradossale invece la situazione di Sandro Giachetti, finito in maniera abbastanza rocambolesca tra i nazionali, una categoria che ovviamente non è la sua e che gli auguriamo sia solo un piccolo incidente di percorso.
Si spengono le luci su un mondiale meraviglioso e la Toscana oggi si prepara ad accogliere tra gli applausi i suoi due campioni. Grazie ragazzi.



Redazione