L'obiettivo di questo progetto è proporre, nella scuola secondaria di primo grado, una didattica che faccia ampio uso del gioco del biliardo e del "problem solving" in modo univoco, che analizzi pregi e difetti, metodi e possibilità di realizzazione.
Lo strumento didattico del biliardo riesce a far conoscere ai ragazzi, e non solo a loro, il lato divertente, interessante ed utile delle materie scientifiche, cioè quello applicativo, fornendo uno scopo per lo studio di queste discipline che a volte restano piuttosto aride.
Parlare di gioco, il biliardo sportivo, significa parlare di problemi e situazioni non standard; è quindi spontaneo legare questo concetto a quello del "problem solving".
Di fronte ad un problema, non è tanto importante dare solo delle formule o schemi risolutivi, quanto insegnare un metodo che permetta un approccio cosciente ed efficace al quesito e dia la possibilità di analisi e valutazione dell'eventuale errore compiuto.
Uno degli aspetti che rende difficile l'apprendimento e la comprensione delle materie scientifiche è il linguaggio; un linguaggio che non ammette ambiguità, che appare lontano da quello comune e dalla realtà, freddo, arido ed astratto, ma nel contempo preciso. Il gioco impostato in modo scientifico, utilizzando le componenti essenziali della matematica e della fisica, recupera in parte questa distanza tra scienza e realtà poiché utilizza anche il cosiddetto linguaggio extramatematico; in questo modo il gioco suscita interesse.
Quando un allievo risolve una situazione problematica di schema complesso, nella geometria del biliardo, diventa protagonista in quanto inventore o scopritore della soluzione; questo suo non essere più un soggetto passivo influisce positivamente sulla sua attenzione, sulla qualità dell'apprendimento e sulla sua motivazione, nonché sulla personale formazione caratteriale.
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