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ASPETTANDO I MONDIALI: A tu per tu con...Gustavo Torregiani

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Ultimo appuntamento con la rubrica di avvicinamento ai Mondiali. Chiusura riservata al campione in carica

In una scena del film "Io, Chiara e lo Scuro" l'attore Francesco Nuti descrive il biliardo come una perfetta composizione musicale. Il colpo sordo delle due bilie che si toccano, il rimbalzo sulle sponde, il fruscio generato dall'abbattimento dei birilli. Tutti suoni che vanno a comporre una delle melodie più sublimi per un giocatore.
Nel corso del nostro viaggio alla scoperta dei più grandi protagonisti di questo sport abbiamo potuto riassaporare anche noi il gusto di questa musica speciale. Note delicate, irruenti, fantasiose, timide, decise. Tratti diversi a seconda delle varie personalità, ma uniti in un unico centro nevralgico rappresentato dall'amore per il Gioco.
Per il capitolo conclusivo del nostro viaggio tuttavia lo spartito acquisisce un nuovo ritmo e si fonde con la musica latina di Gustavo Torregiani, argentino dal carattere forte e dalla personalità vincente. La sua è una storia di successi e di passione che lo pone fra i maggiori interpreti di tutti i tempi.
Nella sua carriera ha vinto tutto quello che si può vincere, compresi tre Mondiali. L'ultimo, quello conquistato in Argentina nel 2009.
Un titolo che Torregiani vuole mantenere a tutti i costi anche a Milano e a confermarcelo è lui stesso in una lunga chiacchierata dove ad emergere è stata soprattutto la sua determinazione. La stessa che ha contraddistinto la sua vita sin da quando era un bambino.

"Da piccolo non stavo mai fermo – esordisce con una grossa risata Gustavo Torregiani – L'unico modo che aveva mio padre per tenermi buono era mettermi davanti a un biliardo. Io lo seguivo sempre quando andava a giocare al club e non appena era possibile cercavo anche io di tirare qualche colpo. Ero ancora un bambino, avevo più o meno 11 anni all'epoca e quindi mi sembrava solo un gioco. Poi crescendo iniziai a dedicarmi al biliardo in maniera professionale. Non ho mai avuto un vero e proprio maestro, cercavo soprattutto di imparare misurandomi al tavolo con i giocatori più esperti. Avevo 15 anni e ancora tanta strada da fare".

Il percorso di Gustavo Torregiani tuttavia si rivela subito in discesa. Le sue qualità innate e la sua tecnica gli permettono di raggiungere rapidamente dei traguardi importanti. Il suo battesimo col fuoco nel 1989 a Chiasso, con la conquista del primo titolo del Mondo.

"Arrivai a quel Mondiale da perfetto outsider – racconta Torregiani – Era la mia seconda partecipazione visto che nel 1985 ero venuto in Italia per disputare il Mondiale di Spoleto. In quell'occasione ero stato l'unico a battere Giampiero Rosanna, il campione di quella edizione. Nonostante questo non partivo certo fra i favoriti a Chiasso. Il destino però a volte riserva delle situazioni inaspettate. Quindici giorni prima del Mondiale per esempio fui vittima di un brutto incidente. Il pullman sul quale viaggiavo si scontrò con un camion ed io fui l'unico ad uscirne illeso. Che sia stata la mano di Dio, la fortuna, o il destino questo non lo so. Quindici giorni dopo mi presentai a Chiasso e vinsi il Mondiale. Nel corso di un torneo importante può succedere anche questo. Man mano che giochi infatti senti dentro di te delle sensazioni che ti fanno andare avanti. Si è presentata così l'occasione di arrivare fino in fondo e non me la sono lasciata sfuggire. Fu un risultato davvero incredibile. Avevo 27 anni, nella mia giovane carriera ancora non avevo vinto nemmeno il campionato argentino (lo vinse poi l'anno successivo, ndr) eppure ero diventato Campione del Mondo. Quella vittoria mi aprì le porte per un ruolo da protagonista nel biliardo dell'epoca. Fra il 1989 e il 1990 venni cinque volte in Italia per dei tornei o delle esibizioni. Tutto questo, inevitabilmente, creò intorno a me delle grandi aspettative".

Confermarsi, come si sa, è sempre difficile. Riuscirci però può regalare una gloria quasi eterna. Gustavo Torregiani ci è riuscito e il suo personale appuntamento con la storia si svolge a Brescia nel 1990.

"Mi presentai al Mondiale di Brescia da campione in carica – commenta l'argentino – Dentro di me sentivo di dover dimostrare che il primo successo non era stato un caso. Cercai così di giocare al meglio delle mie possibilità ed ottenni in maniera incredibile anche il secondo titolo. Fu una gioia immensa, che rappresentò una vera e propria svolta per la mia carriera. Dopo il secondo Mondiale infatti ricevetti un'offerta importantissima da uno sponsor e così decisi di trasferirmi in Italia. Inizialmente fu un'esperienza abbastanza traumatica. Io e mia moglie ci ritrovammo catapultati in una nuova realtà dall'altra parte del Mondo. Avevamo anche due bambine piccole e tutto ci appariva diverso. Il mio obiettivo però era far diventare il biliardo una vera professione e ora, a distanza di anni, posso dire di esserci pienamente riuscito. Questo sport infatti ha cambiato la mia vita e per questo non posso che sentirmi fortunato. Mi ha dato la possibilità di girare il mondo e di conoscere tante persone. Sarò sempre grato all'Italia che mi ha ospitato e alla F.I.Bi.S. che mi ha permesso di lavorare sempre liberamente. I successi, le sconfitte, tutto quello che ha ruotato intorno al biliardo in questi anni, mi hanno reso l'uomo che sono ora".

Gustavo Torregiani è un giocatore schietto e glaciale al tavolo, che non ha mai perso la sua voglia di successi anche dopo i due Mondiali conquistati consecutivamente. La prova è nell'ultimo titolo iridato vinto nel 2009, a Villa Maria, a 19 anni esatti dall'ultima volta.

"L'ultimo Mondiale ha un sapore davvero particolare – racconta ancora Torregiani – Fino a quel momento ne avevo conquistati già due, è vero, ma lo avevo fatto sempre lontano dall'Argentina. Nel 2009 si presentò l'occasione di giocare a Villa Maria, davanti alla mia gente, e fu davvero un'emozione incredibile. Non potrò mai scordare per esempio il tifo della mia famiglia e degli amici di tutta una vita. Furono davvero la mia forza. Eravamo come un'unica entità, soprattutto nella finale contro Daniel Lopez. Vinsi io quel Mondiale, ma è come se lo avessimo fatto tutti insieme".

Il successo del 2009 è l'ultimo nell'albo d'oro dei Mondiali. Sei anni dopo c'è l'occasione per Torregiani di poter scrivere nuovamente la storia.

"Il Mondiale è sempre difficile – conclude il nativo di Leones – Forse un gradino più sopra c'è solo il Grand Prix di Goriziana. Lo so, sembra un paradosso detto da uno che ha vinto per due volte a Saint-Vincent, ma posso assicurare che è stata una vera e propria impresa. Certamente il Mondiale ha il suo fascino. Questo appuntamento di Milano poi lo aspetto dal 2009. Essere il Campione del Mondo in carica infatti è bello, ma esserlo per tanti anni senza poter difendere il titolo non è la stessa cosa. Fremo dunque dalla voglia di misurarmi con i miei avversari e sto facendo una preparazione specifica in Argentina per farmi trovare nelle migliori condizioni. Sono pronto e motivato. Voglio regalare ancora emozioni".


Realizzato da Giuseppe Albi
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