Penultimo capitolo della nostra tappa di avvicinamento ai Mondiali. Questa volta tocca a Quarta, talento assoluto di fama internazionale
Siamo giunti quasi alla fine del nostro viaggio alla scoperta dei Mondiali di Biliardo.
Attraverso i racconti dei campionissimi che hanno segnato la storia di questo sport abbiamo potuto riassaporare imprese epiche che hanno fatto sognare generazioni di tifosi.
Procedendo in questa fantastica cavalcata siamo arrivati fino ai giorni nostri, dove ad accoglierci c'è un personalità che rappresenta la sintesi perfetta di tutto quello che avete potuto leggere in queste pagine.
Un giocatore in grado di unire il biliardo del passato e quello del presente grazie ad un processo di crescita plasmato esclusivamente sul Gioco. Un talento unico, che sembra essere nato appositamente per essere un vincente. Il suo nome è Andrea Quarta e questa è la sua storia:
"Posso dire di essere nato con la stecca in mano – ci racconta Quarta al termine di una delle sue quotidiane sessioni di allenamento – mio papà aveva una sala biliardi e sin da piccolo sono stato attratto dalle bilie. Da bambino mi mettevo vicino al tavolo e le osservavo affascinato per ore e ore mentre correvano da una parte all'altra del manto verde. Nella sala di mio papà a Carmiano venivano a giocare anche diversi campioni come Sala, Maggio e Gomez e quindi era ancora più facile rimanere estasiati da quelle traiettorie. Mio papà cominciò ad insegnarmi le basi non appena fui in grado di tenere una stecca in mano e da quel momento in poi non ho più smesso".
Per diventare il campione che tutti conosciamo però Andrea Quarta ha dovuto fare delle scelte di vita importanti che lo hanno portato lontano dalla sua famiglia e dai suoi affetti.
"Quando ero ragazzo me ne andai di casa e mi trasferii a Pompei sotto la guida del grande campione Nestor Gomez – continua a raccontare Quarta – Sono stati degli anni che non dimenticherò mai. Per me è stata la realizzazione di un sogno. Gomez infatti era un mio idolo, ed essere un suo allievo era la cosa più bella del mondo. Ricordo che il primo giorno di lezione mi fece provare un raddoppio. Mi osservò a lungo, poi si avvicinò e mi disse che non aveva mai visto un ragazzo così giovane con un'impostazione come la mia. Mi sorrise e mi disse che avrei fatto tanta strada. Inutile dire che quelle parole sono scolpite nella mia mente e non le potrò mai dimenticare".
Ovviamente le previsioni del grande Nestor Gomez sono prontamente rispettate. Andrea Quarta infatti mostra sin da subito le doti del predestinato. Qualità che vengono affinate grazie anche ad un nuovo trasferimento, questa volte in Piemonte da Gianfranco Condello.
Nella stagione 1999/2000 vince il titolo italiano Juniores. Nel 2003 arriva anche il titolo di Prima Categoria. E' l'inizio di una carriera pazzesca che lo porterà ai vertici del biliardo internazionale grazie ad un palmarès importantissimo nonostante la sua giovane età (Andrea è nato nel 1982, ndr).
Il sogno di tutti però è la conquista di un Mondiale, un appuntamento con la storia che Quarta centra nel 2008 a Sarteano.
"In un Mondiale si respira un'atmosfera particolare – commenta – sai di avere gli occhi di tutti puntati addosso e non puoi permetterti errori perché hai di fronte dei campioni veri pronti a punirti in qualsiasi momento. Io poi venivo da un Mondiale come quello del 2006 nel quale ero stato sconfitto in finale da Aniello. Quando me lo ritrovai contro in semifinale due anni dopo fu davvero molto dura. Batterlo fu quasi come togliermi un grosso peso dalle spalle. Una volta arrivato in finale con Daniel Lopez però subentrò un altro timore: avevo paura infatti di arrivare ancora secondo come nel 2006. Fortunatamente questo non accadde. Feci una grande partita e mi laureai Campione del Mondo cancellando in un sol colpo tutte le delusioni del passato. Ricordo come un flash il momento esatto in cui scoccai il tiro di chiusura, con le bilie che fecero il percorso che io avevo ordinato loro di fare. In quel preciso istanti alzai gli occhi dal tavolo per cercare fra il pubblico mio fratello. Fu una cosa magica. C'erano tantissime persone nel palazzetto, ma io riuscii a vederlo chiaramente. Ci fissammo intensamente quasi come a volerci dire che questa volta ci eravamo riusciti, che questa volta potevamo gioire".
Un ricordo emozionante, che rivela al tempo stesso il carattere nascosto di Andrea Quarta.
Dietro al giocatore glaciale che si vede al tavolo infatti si cela la personalità emotiva di un ragazzo legato alla famiglia e ai valori di un tempo.
"Non amo rivedermi nei video o in televisione – rivela Andrea Quarta – le poche volte che è successo però ho fatto fatica a riconoscermi. Mi stupisco sempre dell'espressione seria e concentrata che ho al tavolo. Sembro quasi un robot. Eppure, anche se non lo faccio vedere, dentro di me è sempre un mix di emozioni. La sera prima di un torneo per esempio non riesco mai a dormire. Anche prima di giocare sono molto agitato. Poi però quando arriva il momento di fare sul serio è come se schiacciassi un bottone. Entro in uno stato di concentrazione tale da non sentire più nulla. E' una cosa automatica e che forse rappresenta la mia vera forza".
Alla base di tutto però c'è sempre l'allenamento. Andrea Quarta è in tal senso il prodotto di perfezionamenti continui maturati negli anni che lo hanno portato ai livelli in cui è oggi.
"Mi alleno tutti i giorni. Lo faccio da solo o giocando con qualcuno in sala – commenta a riguardo il campione di Carmiano - Per mantenere certi livelli per me la pratica è fondamentale. Quando non sono al tavolo comunque mi piace molto andare a pescare. E' un passatempo che mi diverte quasi quanto il biliardo ed è un modo anche per stare insieme a mio fratello. Amo la tranquillità che regala la pesca. E' un modo per staccare la mente e non pensare a nulla. Mi rilassa molto e mi scarica da tutte le pressioni che si hanno durante la stagione".
Andrea Quarta d'altronde di pressioni ne ha molte. Guardando al Mondiale di Milano per esempio non lo si può non considerare come uno dei favoriti per la vittoria finale.
"Il Mondiale di Milano è uno degli eventi più attesi degli ultimi anni – conclude Quarta – Si sono create molte aspettative a riguardo e questo può essere un'arma a doppio taglio per noi giocatori. Il fatto che si disputi in Italia, davanti al pubblico di casa è una grossa responsabilità. I tifosi si aspettano che tu faccia qualcosa di importante e per questo non puoi permetterti di sbagliare. Da parte mia spero di giocar bene e star tranquillo. So che saranno in tanti a sostenermi e questa è una cosa che mi rende orgoglioso. Farò di tutto per non deludere i miei sostenitori".
Realizzato da Giuseppe Albi
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