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ASPETTANDO I MONDIALI: A tu per tu con...Salvatore Mannone

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Per il quarto episodio della rubrica vi raccontiamo la storia emozionante di Salvatore Mannone, vincitore del World Cup Pro 5 Birilli nel 1993

Siamo giunti al quarto episodio dell'approfondimento sui Mondiali di Milano del 2015.
Nel corso del nostro viaggio abbiamo potuto riassaporare atmosfere dal sapore di antico caratterizzate da trionfi e da personalità che hanno segnato la storia del biliardo.
Per questa nuova tappa abbiamo deciso di soffermarci su un racconto che annovera al suo interno i temi dell'emigrazione e della passione sconfinata per il Gioco. Il profilo che è venuto fuori è a forte tinte emozionali, un po' come quelle che ha dato, e continua a dare, il protagonista della nostra storia anche quando ci rivela con orgoglio i suoi ricordi più profondi.
Stiamo parlando di Salvatore Mannone, giocatore fra i più talentuosi del panorama biliardistico italiano. Questa è la sua storia:

"Il mio amore con il biliardo è arrivato tardi – racconta Mannone – Io sono nato in Sicilia, ma all'età di 16 anni mi trasferì al nord. Fu un percorso simile a quello che fecero tantissimi emigranti del sud in quegli anni.
Una volta arrivato a Milano si aprì per me un mondo nuovo. Una città così grande infatti offriva tutto agli occhi di un ragazzino del sud, sia dal punto di vista lavorativo e sia per i tanti intrattenimenti. Mi piaceva per esempio andare in discoteca o ritrovarmi a inizio serata al bar con gli amici per dare qualche steccata. Ero poco più che un ragazzo e se ci ripenso mi viene da sorridere perché ovviamente ancora non potevo sapere che da quel passatempo così innocuo sarebbe venuta fuori una grande passione"
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Fa sempre effetto pensare agli attimi in cui la vita di una persona cambia radicalmente. Il momento topico dell'inizio della carriera di Salvatore Mannone, per esempio, è da ricercare proprio in quegli anni.

"Vicino alla discoteca dove ero solito andare aprirono un club di biliardo – continua Mannone – All'inizio cominciai a frequentarlo con un approccio quasi disinteressato, poi vedendo all'opera alcuni giocatori cominciai ad appassionarmi. Uno di questi era Gianni Bombardi, una figura alla quale sono molto legato. Gianni aveva delle qualità immense ed era dotato di una tecnica e di una fantasia davanti alle quali non si poteva rimanere indifferenti. Seguendo un po' il suo esempio mi avvicinai anche io al biliardo e man mano mi accorsi che giocando acquisivo movimenti e traiettorie sempre nuove. Più giocavo insomma e più mi rendevo conto di riuscire a competere con i più bravi. A quei tempi ero ancora un pivellino, ma con il trascorrere dei giorni le cose migliorarono. Iniziai ad andare alle gare insieme a Gianni e cominciai a togliermi anche le prime soddisfazioni".

A questo punto il percorso biliardistico di Salvatore Mannone acquisisce un nuovo cambiamento. Il siciliano trapiantato a Rho infatti brucia le tappe, riuscendo ad arrivare nelle competizioni più prestigiose. Una di queste è scritta con forza nell'albo d'oro del biliardo internazionale. L'anno è il 1993 e la manifestazione è il World Cup Pro 5 Birilli di Cannes, in Francia.

"Io venivo dalla gavetta del biliardo ed era davvero difficile anche solo pensare di raggiungere un obiettivo così importante – racconta emozionato Mannone – Quando ho vinto il World Cup non me ne sono reso subito conto. E' stata una cosa che ho assaporato con il tempo e oggi, a distanza di tanti anni, mi commuovo ancora nel rivivere quei momenti. Sono arrivato in Francia motivato come sempre, anche se mai avrei pensato di vincere il titolo. Per come sono fatto io, non mi sento mai pronto abbastanza, figuriamoci ad un Mondiale dove sono presenti dei veri e propri campioni.
La finale con Gustavo Zito fu epica. Avevo davanti uno dei giocatori simbolo di quell'epoca, un professionista del biliardo fra i più forti di sempre. In quegli anni si giocava al meglio delle nove partite ed io mi aggiudicai l'ultima in una vera e propria battaglia punto a punto. Entrambi giocammo al massimo delle nostre capacità e la prova è nella media altissima fatta registrare in quella finale. Fu uno spettacolo per tutti e ancora oggi, quando chiudo gli occhi, sento i brividi di quella grandissima partita"
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Sembrano passati tanti anni da quel trasferimento al nord in cerca di fortuna fino alla conquista del Mondiale. Eppure per Mannone il biliardo è stato proprio il mezzo per raggiungere i suoi sogni in poco tempo.
Vittorie blasonate come quella descritta sopra poi sono in grado di tracciare anche nuovi confini.

"Gli anni '90 furono quelli del boom del biliardo – chiosa Mannone - Si respirava un'aria di professionismo in tutto l'ambiente, tant'è che molti giocatori avevano anche un procuratore. Avevamo una grandissima visibilità soprattutto perché i tornei venivano trasmessi su Tele+ e questo ci permetteva di essere abbastanza conosciuti. Ricordo per esempio che venivo invitato a Milanello, dove si allena il Milan, per giocare con i vari Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, Demetrio Albertini e Roberto Donadoni. Nei ritiri delle squadre, come si sa, i calciatori si rilassano giocando a biliardo e così davo loro qualche lezione. La cosa particolare era che essendo io di fede interista c'era sempre anche un po' di goliardia che rendeva tutto più divertente. Nel 2002 poi fui ospite della Rai durante una puntata di Superquark nella quale spiegai, insieme ad un altro campionissimo come Gustavo Torregiani, le tecniche e i segreti del nostro meraviglioso sport. Insomma il biliardo mi ha permesso di fare tutto questo e molto altro e gli sarò per sempre grato".

Il biliardo come spirito guida per Mannone. Un compagno silenzioso che lo ha preso per mano e guidato negli anni verso traguardi sempre più importanti, instaurando allo stesso tempo anche un rapporto di amore e rispetto che è arrivato fino ai giorni nostri con la figura imperiosa dei Mondiali di Milano del 2015.

"Questo Mondiale è un'occasione molto importante per tutto il movimento del biliardo e per la Federazione - conclude Mannone - Dal punto di vista regolamentare penso che si sarebbe dovuto dare più peso alla classifica del campionato italiano. D'altra parte comunque la formula open darà l'occasione a molti di sognare. Per quanto mi riguarda prenderò sicuramente parte a questa manifestazione. Partirò dalle selezioni, il cammino ovviamente sarà lungo, e mi auguro di poterci arrivare nelle migliori condizioni. Nella mia carriera ho partecipato a diversi Mondiali ed è sempre una cosa bella rappresentare il proprio paese. Anche questa volta sarà un motivo d'orgoglio".


Realizzato da Giuseppe Albi
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