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Sport, arte, geometria: Franco Ruggiero Pino il tenore categoria master

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Chi abbandona la prima passione per poterne seguire un’altra e ritorna poi alla prima con successo non solo ha determinazione ma talento. Un talento a 360 gradi.
Franco Ruggiero Pino è questo talento. Come tenore e come atleta. Originario di Cosenza, inizia da piccolo a giocare a biliardo per lasciarlo in età adolescenziale e potersi dedicare alla musica. A 18 anni vince una borsa di studio a Buenos Aires in una prestigiosa accademia operistica. In Accademia resta quattro anni, dedicandosi quindi al canto, studiando con dedizione, facendo concerti, mentre il biliardo resta in panchina per dieci lunghi anni.
Ma per chi ha talento, in realtà il tempo di pausa equivale come a fermare il tempo stesso, per riprendere poi esattamente da dove ci si era fermati. 
Tornato in Italia tre anni fa, Pino riprende in mano la stecca e, con la stessa dedizione che mette nella lirica, in poco tempo passa da seconda categoria a prima e a master dimostrando miglioramenti di tecnica degne di un campione.
Il biliardo e la musica – racconta  – sono mondi che si incontrano per tanti aspetti. Il primo è la disciplina. Io mi sono sempre approcciato all’uno e all’altro con la stessa fermezza nel rispettarne la natura. La musica classica è disciplina alta e rigida e necessita di autocontrollo, soprattutto nella sfera emotiva. Lo stesso è il biliardo: per dominare il gioco il controllo della respirazione diaframmatica e degli stati d’animo sono fondamentali”.
Musica, arte, geometria. È proprio quest’ultima materia che ricopre un ruolo si potrebbe dire fondamentale, non solo per lo studio della materia in sé, ma per la sua applicazione a tante cose. Un esempio? Estimatore del mondo greco, con la figlia Consuelo, 11 anni, suonatrice di arpa, analizza i diversi aspetti del biliardo partendo proprio dalla geometria.

 

Franco Rugg Pino tenorebn

 

Ma come ha vissuto e sta vivendo questo periodo di fermo forzato? “Diciamo che ho più suonato – risponde il tenore “master” calabrese - Per quanto riguarda la parte biliardistica posso comunque dire che sono riuscito ad allenarmi... Ovviamente non ad un livello pratico… I mezzi telematici sono grandiosi. Ho visto quindi tante partite, anche di altre discipline biliardistiche come il pool, lo snooker o la carambola,  tutte discipline diverse ma, a mio modesto parere, complementari.” Lo studio quindi di posizioni, traiettorie e tiri ribadisce l’importanza della geometria e della fisica. “Ho prediletto però la musica – prosegue – cimentandomi in lunghe ed estemporanee improvvisazioni dal carattere tardo romantico sul pianoforte, dando così sfogo a tutto ciò che non riuscirei ad esprimere in altro modo. La voce l’ho utilizzata davvero poco tenendo sotto mano solo alcune arie del mio repertorio. Mi viene davvero difficile parlare della quarantena, nel senso che potrei farci un libro parlando delle cose che ha smosso a livello interiore. Ma questa, è tutta un'altra questione”.