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Biliardo in carrozzina: la prima prova del girone regionale a Palazzi

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Si potrebbe dire esperimento riuscito ed obiettivo raggiunto. Più che una missione era la prova sul campo, ma dell’esito positivo non vi era dubbio.
Il pool è la prima specialità del biliardo sportivo a tenere a battesimo una gara anche per giocatori in carrozzina.
Grazie al responsabile del Pool e consigliere federale Michele Monaco, con Roberto dell’Aquila e Luca Bucchi, la prima prova del girone regionale del campionato pool sezione wheelchair  svoltasi presso la Sala LaserClub a Roma, ha visto anche la partecipazione di giocatori in carrozzina.
Gianluca Palazzi si aggiudica la prima prova del girone nel palla 9 battendo Pietro Mele, alle cui spalle si piazzano Luca Bucchi ed Antonio Cippo.
Palazzi non si improvvisa atleta visto che da anni pratica diversi sport come il basket, il padel e ultimamente anche l’Handbike. Gioca da anni con il Santa Lucia Basket di Roma, società sportiva dilettantistica stella d’oro al merito sportivo, da decenni impegnata nella promozione della pratica sportiva per persone con disabilità, che milita in Serie A1, massimo livello del campionato italiano di pallacanestro in carrozzina. Appassionato di biliardo ha ripreso in mano la stecca dopo oltre un decennio lo scorso marzo dopo aver conosciuto Luca Bucchi e il progetto del wheelchair che in quei mesi iniziava a prendere forma.
Il progetto “Biliardo in carrozzina” nasce dalla spinta di Luca Bucchi che dopo l’incidente e il lungo periodo di riabilitazione è tornato a giocare a biliardo come amava fare prima. Per rendere possibile questo desiderio ha modificato la stecca applicandovi un’impugnatura particolare che ha realizzato lui stesso e che gli permette di sorreggerla. 
Con il passaparola, la promozione e l’aiuto dei social con la creazione della pagina facebook, il gruppo è entrato in contatto con oltre 300 persone in tutta Italia. La notizia del progetto si è allargata a macchia d’olio e diverse altre persone in carrozzina hanno manifestato l’interesse a giocare. Essendo in numero ridotto nelle rispettive città, queste persone hanno deciso di sviluppare essi stessi il progetto nelle loro località supportati dal ‘quartier generale’ dell’iniziativa che resta Roma con Dell’Aquila e Bucchi. Proprio Dell’Aquila ci racconta che “a Roma ho attivato una fitta rete, favorito dalla mia professione, sono un operatore sociale, e quindi lavorando con la disabilità ho accesso privilegiato alla rete sociale cittadina e sto mappando le sale di Roma non solo affiliate alla Federazione per trovare sale accessibili alle carrozzine dove le persone possano andare a giocare e trovare personale sensibile e a conoscenza del progetto”. Sì perché alla fine il vero problema non è la disabilità di questi giocatori, bensì la non accessibilità per la maggior parte delle sale.
Stay tuned perché il movimento paralimpico ha iniziato il suo cammino e, nonostante le salite, ben presto arriverà con successo a tagliare i primi traguardi.