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BILIARDO PARALIMPICO: la testimonianza di Alessandro Capoccetti

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Ascoltare le testimonianze dei protagonisti delle Finali del Campionato Italiano Paralimpico di pool equivale a vivere un’esperienza educativa e di intenso impatto emotivo. Sono racconti di sorrisi ritrovati, ma anche di dolori sofferti e pregiudizi superati.

Alessandro Capoccetti, avezzanese di 36 anni, nato con la sindrome di Gollop Wolfgang, una malattia genetica rara che gli ha causato una grave malformazione degli arti superiori e inferiori. “Le grosse malformazioni a braccia e gambe mi hanno ostacolato in molte cose – dichiara Capoccetti – ma nonostante questo ho sempre avuto una vita sociale molto ampia. A 13 anni ho provato ad immaginare una carriera musicale da professionista, è stato mio padre Francesco a trasmettermi l’amore per la musica. Il mio sogno era accedere al conservatorio, purtroppo però non come batterista ma come compositore perché per la formazione delle mie dita ero impossibilitato a dare alcuni esami pratici. Dopo poco mi sono accorto che nelle mie condizioni, seguire dei tour non era più fattibile”.

Nonostante questo Capoccetti è riuscito a trasformare una passione in professione. È oggi direttore in Italia e fotografo ufficiale dell’agenzia londinese ‘Models of diversity’, la più importante fondazione al mondo, la cui missione è quella di promuovere eguaglianza e diversità nell’industria della Moda. “Il Set è il mio mondo, è il mio lavoro, è il mio sfogo – continua - Quello della moda è un settore che, a sorpresa, si rivela inclusivo e non più esclusivo, e che riconosce la bellezza in tutte le razze, età, taglie e abilità”

“Il Biliardo– racconta Capoccetti – è rientrato con insistenza nella mia vita dopo una svolta di vita e avendo molto tempo a disposizione ho iniziato a cercare qualcosa che mi desse più autonomia rispetto ad altri sport, qualcosa che non mi facesse sentire legato sempre a qualcun altro. Questo qualcosa era il biliardo ed  è stata la mia rivalsa – continua – essendo nato con questa disabilità non ho mai giocato a calcio anzi non mi è mai piaciuto perché mi ha sempre escluso. Il biliardo, invece, era per me una rivincita e ha sostituito quella partita a calcetto per me impossibile. Mi ha sempre dato soddisfazione, era una passione adolescenziale, semplicemente un gioco. Poi è arrivata la svolta ‘Mamma mia che bello!’ – commenta Capoccetti.

Nel 2020 grazie al progetto "biliardo in carrozzina" Capoccetti ha ricevuto la straordinaria possibilità di tornare a giocare a biliardo e parteciperà alla prima edizione delle Finali del Campionato Italiano specialità pool in programma a Castel Volturno.

“Ho notato con immenso piacere una straordinaria accoglienza da parte di tutti, in particolar modo dagli atleti normodotati – prosegue Capoccetti - La parola chiave di questo movimento che sta crescendo giorno dopo giorno è: Integrazione. Lo sport può rappresentare un ottimo punto di partenza da cui iniziare per ridare spazio ed importanza al proprio corpo, magari anche quando è provato da difficoltà o disabilità. Quando ho ricominciato a giocare a biliardo e quando ho iniziato a considerarlo più uno sport che un gioco, non avevo grande voglia di vincere perché facevo fatica ad affrontare un atleta con problematiche. Poi mi sono reso conto che quello più penalizzato ero proprio io, perché brandire la stecca con due dita è più difficile. Ho cambiato idea! Avere un handicap maggiore rispetto ad altri mi sprona tanto e non vedo l’ora di partecipare alle finali”.

Alessandro Capoccetti è l’esempio di chi ha ereditato da tutte le sue passioni, dalla musica, dalla fotografia, dallo sport e dall’amore da e per la famiglia, la grinta che gli ha permesso di trasformare in positivo le avversità.